A ciascuno il suo diritto

Motivazione atti fiscali e tutela del contribuente

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La Corte di Cassazione ha affermato il principio secondo il quale la cartella esattoriale, ove non preceduta da un avviso di accertamento, deve sempre essere motivata in modo congruo, sufficiente ed intellegibile, tale obbligo derivando dai principi di carattere generale indicati, per ogni provvedimento amministrativo, dalla L. n. 241 del 1990, articolo 3, e recepiti, per la materia tributaria, dalla L. n. 212 del 2000, articolo 7 (Cass. n. 9799/2017; 31270/2018; Cass. n. 20784/2020).

La motivazione dell'atto tributario costituisce lo strumento essenziale di garanzia del diritto di difesa del contribuente.

All'interno della motivazione, pertanto, devono sempre essere indicati gli elementi che l'ufficio ha posto a base della pretesa, non potendo l'amministrazione integrare le proprie ragioni in corso di giudizio (cfr. Cass. 11777/2016, 25879/2015).

Inoltre, mancando l'indicazione del tasso e della decorrenza degli interessi, i contribuenti non sono posti nella condizione di calcolare la correttezza del calcolo degli interessi operato dall'agenzia sulla base della somma dovuta.

Anche in questo caso, a nulla rileva, dunque, che l'ufficio solo in sede di controdeduzioni abbia esplicitato i criteri applicati e neppure che l'agenzia avesse inviato un fax con cui aveva preannunciato l'iscrizione a ruolo degli interessi, posto che nemmeno con tale atto aveva illustrato gli elementi su cui il calcolo era basato (Corte di Cassazione n. 9799/2017; Corte di Cassazione n. 31270/2018).